Sette domande. Maria Musella: «Il teatro è il luogo dove non mi sento sbagliata e posso esprimere tutta la mia persona»

Napoletana fin nelle viscere, cresciuta in periferia a “Pane e Pino Daniele”, fa parte della compagnia di Giovani O’Nest (NIU Teatro) del NEST, Napoli est teatro. Sarà in scena con uno spettacolo per la regia di Cristina Donadio, il prossimo 5-6-7 luglio presso Officine San Carlo a Vigliena.

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Napoletana fin nelle viscere, cresciuta in periferia a “Pane e Pino Daniele”, tifosissima dei colori azzurri (non poteva essere diversamente!), ma soprattutto tanta grinta e carattere da vendere per affrontare le gioie e le sofferenze del nobile mestiere di attore.

Maria Musella, giovanissima attrice napoletana, classe ’98, è una ragazza solare e volitiva: ama alla follia la recitazione, scopre sulle tavole del palcoscenico la sua passione, riconosce in sé un grande talento.

Maria fa parte della compagnia di Giovani O’Nest (NIU Teatro) del NEST, Napoli est teatro, progetto socio-culturale che si sviluppa nel cuore della periferia partenopea, a San Giovanni a Teduccio.

La struttura, che accoglieva una vecchia palestra di una scuola dismessa della periferia est di Napoli, oggi – grazie anche alla passione di un grande attore come Francesco Di Leva – si è trasformata in una sala teatro, sala posa e spazio espositivo, una location per laboratori, eventi culturali, workshop e mostre.

Abbiamo incontrato Maria, alla quale abbiamo posto le nostre #settedomande.

Benvenuta Maria su paginasette. Giovanissima, sei un’attrice molto promettente: quando e come hai scoperto questa passione?
Ho scoperto questa passione durante le prove di una recita scolastica a 10 anni nella quali interpretavo il mostro della favola Kirikú e la Strega Karaba seguito della maestra Maria Caratunti e con i maestri africani. Da lì in poi vari provini, il primo laboratorio teatrale ed ho capito che oltre ad una passio e volevo che fosse diventato il lavoro della mia vita.

Tanto teatro dicevi, quanto ti aiutano le tavole del palcoscenico nei vari momenti della vita di una giovanissima artista come te?
Le tavole del palcoscenico sono casa da 15 anni a questa parte. È il luogo dove non mi sento sbagliata e posso esprimere tutta la mia persona. È stata dura durante il primo lockdown come un po’ tutti i mestieri ma soprattutto il mio basato su rapporti umani e contatto con il pubblico.

Ti abbiamo visto sui social festeggiare la vittoria del David di Donatello Francesco Di Leva, proprio al NEST , il teatro nel quartiere San Giovanni a Teduccio di cui l’attore è fondatore. Che rapporto c’è con Francesco, e come definiresti invece il tuo di rapporto con questo teatro che è molto di più: un autentico progetto socio-culturale che si sviluppa nella periferia di Napoli? 
Francesco è come un po’ il padre di tutti noi del gruppo Niu, ovvero la compagnia giovane del NEST di cui faccio parte. Ci ha videochiamati subito dopo aver vinto il David mentre era in platea. Un uomo umile e gentile sempre disponibile ad aiutarci. Il NEST è un grande spazio che occupa attori e maestranze che vogliono far parte del mondo dello spettacolo. Ho un bel legame da 3 anni circa con questo spazio multifunzionale.

Un altro grande nome, con la quale stai lavorando è Cristina Donadio. Cosa ti affascina di lei, soprattutto nelle vesti di “guida” per voi più giovani, prima ancora che superba attrice?
Cristiana è una donna che mastica, digerisce e poi caccia fuori i personaggi senza omettere nessun dettaglio così come abbiamo bene potuto ammirare nei sui vari lavori. Come regista è una donna molto materna, empatica e viscerale che ti consiglia e sprona nel affrontare al meglio il Palcoscenico. Sarò in scena con uno spettacolo della sua regia 5-6-7 luglio presso Officine San Carlo a Vigliena.

Se dico “#100 sfumature di schiuma”, parlo del tuo primo lavoro editoriale: di cosa tratta e come nasce la passione per la scrittura?
La passione per la scrittura nasce all’età di otto anni quando iniziò a comporre le mie prime poesie. #100Sfumaturedischiuma è un diario autobiografico nato dal frutto di appunti e pensieri post terapia psicologica sui vari eventi traumatici e non della mia vita.

Sei di fede buddista: quanto ti aiuta il tuo credo nel quotidiano e anche nella tua esperienza lavorativa?
Il Buddismo di Nichiren Daihsonin l’ho conosciuto nel giugno 2021 grazie ad Alfredo ed è una fede che ti aiuta ad affrontare soprattutto le giornate peggiori come palestra di vita per fronteggiare le avversità invece nella vita lavorativa attira la buona fortuna ed azioni che fanno realizzare i propri obiettivi.

Non si può non concludere questa intervista, chiedendoti impegni e progetti per il futuro…
Ho vari progetti in calderone tra cinema e teatro. Da buona napoletana sono scaramantica fino al midollo ma saranno svelati ben presto.

 

Foto di Gennaro Giugliano

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