Weekend d’ottobre ad Urbino: la città di Raffaello, culla di arte, storia e giornalismo

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Immagine di repertorio

Ritenuta insieme alla Firenze medicea la culla del Rinascimento, la Urbino di oggi resta la città più famosa dal punto di vista turistico e culturale dell’intera Regione Marche. Celebre per la sua Università e per la Scuola di Giornalismo, ma non solo. Urbino è rinomata città d’arte e come tale è patria di una prestigiosa Accademia di Belle Arti, non a caso fu dimora del grande Raffaello Sanzio.

Cenni di storia e cultura non potrebbero mancare, per una città così affascinante che conserva ancora quasi intatti i segni del suo glorioso passato. Imponente per la sua rocca, laddove è stata costruita la monumentale fortezza Albornoz, di Urbino saltano all’occhio già da lontano le guglie del Duomo e le torri del palazzo ducale. Vista così Urbino sembra quasi una città incantata, ma il piccolo centro pulsante di quella cultura ed atmosfera rinascimentali non è soltanto un posto in cui il tempo sembra essersi fermato all’epoca della gloriosa Signoria dei Montefeltro. Di sera infatti, complice la grande vitalità apportata dagli studenti universitari, la città si anima e prende vita nei tanti pub e locali caratteristici del borgo antico. Una mescolanza che rende ancora più affascinante questo piccolo angolo del Montefeltro, dove passano le vite di ragazzi d’ogni età e docenti fra i migliori d’Italia. Uno dei simboli di quell’epoca rinascimentale mai sepolta è indubbiamente la facciata dei Torricini, con piccole torri fiabesche a guglia che dominano lo scenario non appena si intravede la cittadina dalla vallata sottostante. Le piccole torri a punta fanno parte di un’opera di ampliamento del castello, realizzata dall’architetto dalmata Luciano Laurana intorno alla metà del ‘400 in onore del duca Federico di Montefeltro. Il palazzo ducale è insomma il biglietto da visita della città marchigiana. Il Ducale è per Urbino il centro di tutto, memore della sua grande tradizione signorile legata ai Duchi di Montefeltro, le cui spoglie sono conservate nel cimitero sito presso la Chiesa di San Bernardino, appena fuori dalle mura antiche della città. Nel centro della piazza Duca Federico la facciata dell’antico palazzo ducale si contrappone a quella del Duomo, di stile neoclassico. Dopo un terremoto di grandi proporzioni (1789) che ne distrusse quasi tutto l’edificio sacro venne poi riprodotto in maniera fedelissima all’originaria struttura dell’architetto senese Francesco di Giorgio Martini. Un ampio porticato con colonnato di stile settecentesco ne cinge la parte esterna, al di sotto del quale è ubicato il portale d’accesso all’interno della chiesa. Di notevole importanza come edificio di culto, il Duomo di Urbino è tale soprattutto per la presenza al suo interno di dipinti ed affreschi legati alla vita di Gesù Cristo. Primo fra tutti quello raffigurante l’Ultima Cena, opera realizzata da Federico Barocci nel periodo di massimo fulgore della dinastia dei Montefeltro, poi restaurato accuratamente. Dalla piazza centrale, una volta visitato il palazzo ducale e le annesse torri d’architettura militare medievale, si prosegue verso altri luoghi cardine del centro storico, quali l’antichissimo Oratorio di San Giovanni. Quest’ultimo rappresenta indubbiamente un edificio di enorme pregio storico artistico, dato il valore degli affreschi risalenti al XIV secolo e dedicati al culto di San Giovanni Battista. Un po’ come l’inestimabile patrimonio di dipinti e opere d’arte su tela custoditi all’interno del palazzo ducale, sede della Galleria Nazionale delle Marche. Raffaello Sanzio, Piero della Francesca, Paolo Uccello, Bramante, Giovanni Bellini, Francesco di Giorgio Martini, il fiammingo Giusto da Gand, Leon Battista Alberti, Baldassarre di Castiglione (che proprio a Urbino compose la sua opera più famosa, Il Cortigiano) ed altri illustri nomi. La città natale di Raffaello deve la sua fama di culla del Rinascimento ai tantissimi dotti e artisti accolti dal grande condottiero Federico da Montefeltro alla sua corte. A partire dal 1444, anno in cui Federico da Montefeltro salì al trono alla guida del suo Ducato, prese il via la grande stagione del Mecenatismo urbinate. Insieme alla consorte, la dotta duchessa Battista Sforza che fece della cultura uno stile di vita, Urbino divenne il punto di riferimento di tutta la civiltà occidentale dell’epoca. Oltre ai vari architetti che lavorarono al servizio del duca Federico, è l’immenso patrimonio pittorico custodito fra palazzo ducale e chiese varie a far capire la grandezza del suo regno. Fino al 1631 infatti, quando le terre del ducato vennero inglobate nello Stato Pontificio, a Federico successero altrettanti sovrani che seppero dare lustro alla corte urbinate accogliendo i maggiori uomini di cultura e artisti dell’epoca. Simbolo di tutto ciò è la Galleria Nazionale delle Marche, allestita all’interno del palazzo ducale. I segni del potere e dello splendore dei Montefeltro sono visibili già dalle prime opere affrescate nella sala della biblioteca, dove domina lo stemma dell’Aquila di Montefeltro. Ai piani superiori della corte federiciana, infatti, dominano le opere ed i capolavori dei principali maestri pittori del Rinascimento. Piero della Francesca è presente con due delle sue opere migliori d’ispirazione cristiana, La flagellazione di Cristo e La Madonna di Senigallia. Attraversando in lungo e in largo i saloni del ducale è possibile imbattersi poi nelle opere dell’artista locale, Raffaello. Suo il celebre ritratto de La muta, esposto nell’appartamento della duchessa. Spazio anche per i grandi artisti belgi, come il fiammingo Giusto da Gand che fu autore della Comunione degli Apostoli, opera che si può ammirare passeggiando per i corridoi di comunicazione fra le stanze del potere. In maggioranza sono le tematiche religiose e mistiche a dominare la scena ma, complice il dualismo della cultura neoclassica rinascimentale, il riavvicinamento alla mitologia greca è ben evidente ad esempio in alcune cappelle dedicate sia al dio Apollo e alle sue Muse che al Dio cristiano. Unione fra paganesimo e cristianesimo emblematica anche nelle opere raccolte nello studio del duca Federico e in altre stanze, dove domina la tecnica dell’intarsio e del bassorilievo. Il grande camino di Giovanni da Fiesole raffigurante il trionfo di Bacco e Arianna – tema caro alla mitologia greca antica – è infatti il principale esemplare di arredamento che richiami simile riallacciamento con gli eroi arcaici. Un percorso da non perdere assolutamente!

Dalla corte di Federico de’ Montefeltro alla casa di Raffaello, posta in cima ad uno dei tanti viottoli che si inerpicano lungo la rocca urbinate. Regno di arte ed esposizione delle tecniche varie con cui uno dei più grandi maestri del Rinascimento italiano operava con le sue tavolozze creando mescolanze di colori all’epoca sconosciute, la casa del noto pittore del ‘400 rappresenta uno dei punti più interessanti per il turista che si trovi a visitare la città antica. Il centro storico potrebbe insomma considerarsi come “Raffaello dipendente”, vista l’onnipresenza di rievocazioni ed iscrizioni che riportano alla memoria del grande artista attivo alla corte del mecenate Federico. Dal 1998 il centro storico di Urbino è stato inoltre dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’umanità. E del resto, facendo già un primo giro fra le viuzze del borgo antico si capisce già il perché!

Urbino è attualmente città capoluogo di Provincia insieme a Pesaro. Città questa resa interessante particolare dall’alternanza fra antico e moderno che si compie perfettamente non appena dal centro storico – che ospita il Duomo e la casa natia del celebre musicista Gioacchino Rossini – si passi alla zona del lungomare dove regnano alberghi, rotonde e giardini tipici del litorale adriatico. Distante circa 50 km, lungo la costa adriatica, Pesaro è comunque la base di partenza naturale per chi desideri raggiungere Urbino, da qualunque direzione. Numerose autolinee di bus extraurbani passano e partono dalla stazione ferroviaria di Pesaro per raggiungere l’entroterra, con in più un servizio veloce dedicato a studenti e pendolari. Ma non si tratta dell’unica opzione logistica per poter godere delle bellezze del Montefeltro, per chi non abbia la possibilità di viaggiare con la propria auto. I servizi pubblici della provincia Pesaro-Urbino offrono numerose altre alternative su gomma, in particolare dalla vicina cittadina costiera di Fano, immediatamente a sud di Pesaro lungo il litorale. A causa della discussa soppressione del servizio su ferro, lungo la storica ferrovia Fano-Urbino attualmente abbandonata i trasporti locali sono stati integrati con corse di autobus di linea ma anche servizio taxi fruibili dalla cittadina costiera d’epoca romana. Fondata nel  III secolo a.C. col nome di Fanum Fortunae, Fano fu successivamente oggetto d’interesse per la costruzione della Basilica cristiana da parte dell’architetto romano Marco Vitruvio Pollione e per le mura imperiali dell’età augustea. La cinta muraria e l’arco di Augusto (foto in basso) ne ricordano appunto le lontanissime origini, così come la vicina Rimini, poi confluita come Fano nel feudo dei signori Malatesta, durante il Medioevo.

Le tre città marchigiane, nello stesso ordine nel quale le abbiamo presentate, saranno la sede della V edizione del festival del Giornalismo Culturale. Manifestazione ideata e condotta dai docenti dell’Università Carlo Bo di Urbino, che quest’anno andrà in scena dal 12 al 15 ottobre prossimo nelle tre città della valle del Metauro. Una giuria d’eccezione presieduta da Walter Veltroni conferirà i premio al vincitore del concorso giornalistico a tema, bandito dall’organizzazione del festival. 

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