” Abbiamo visto tante cose,
riesci a ricordarle?
Nelle nostre facce
qualche cosa resterà ”
(cit.)
Con le parole della canzone di Nek “La storia del mondo “ che ci ha accompagnato come inno durante questo nostro campo missionario in Albania, voglio premettere che non è facile descrivere questa esperienza e che le parole non riuscirebbero a raccontare ciò che abbiamo vissuto, ma i nostri volti e la nostra vita parlano di questa nuova alba che l’Albania ha fatto sorgere in noi.
A raccontare è don Gianluigi Persico, coordinatore del progetto “E’ tutto per noi. Albania 2019” – che i giovani dell’unità pastorale di Vico Equense hanno portato avanti in terra balcanica lo scorso anno – assieme a don Nino Lazzazara.
Siamo partiti con tanta voglia di fare, tanta voglia di incontrare questo posto e queste persone che è un po’ abbiamo conosciuto e imparato a conoscere negli incontri con cui ci siamo preparati a vivere questa esperienza.
Ci siamo lanciati in questa esperienza sapendo che avrebbe lasciato un segno nella nostra vita, perché finalmente potevamo toccare con mano una realtà che ci ricordasse che c’è sempre qualcuno a cui dobbiamo tendere la nostra mano.
Durante questo campo abbiamo fatto varie attività ci siamo divisi in due squadre una squadra si occupava di Porto Romano e l’altra dell’ Aija Mirdita.
Al mattino una squadra faceva visita agli ammalati mentre l’altra squadra faceva dei lavori come pitturare, aggiustare le giostre, sistemare la Chiesa, il campetto e tutto ciò che potevamo fare.
Il pomeriggio invece animavamo dei giochi per i bambini dei due villaggi.
Il nostro impegno non è finito con la partenza dall’Albania.
Tornando in Italia siamo venuti a conoscenza del terremoto avvenuto nella zona di Durazzo nel 2019 e abbiamo sentito la necessità di fare ancora qualcosa, di tendere ancora una volta la nostra mano ed abbiamo organizzato un una cena di beneficenza, raccogliendo una cifra considerevole per aiutare ancora una volta quella comunità che ha inciso nel nostro cuore la parola amore e la parola carità. 
