L’ultimo giorno di gare dei Giochi Olimpici di Tokyo ha regalato all’Italia un’altra medaglia: è stato il bronzo conquistato dalla squadra di ginnastica ritmica, che ha così portato il bilancio totale dei podi azzurri a 40. Finiamo decimi nel medagliere complessivo, settimi per numero di medaglie totali. Oltre le più rosee previsioni. Ogni giorno una medaglia, risultato che potrà essere solo eguagliato. 19 le discipline in cui siamo saliti sul podio. La spedizione azzurra ha frantumato il record assoluto di medaglie conquistate: meglio di Los Angeles 1932 e Roma 1960, quando eravamo arrivati a 36. Il bilancio finale recita 10 ori, 10 argenti e 20 bronzi.
Ciò nonostante l’evento ha rappresentato la cosiddetta luce in fondo al tunnel, la fine di un periodo tra i più difficili e travagliati nella storia recente. Soprattutto per la nostra nazione, tremendamente colpita dal virus nel marzo 2020, e che in questa estate tinta d’azzurro (vedi gli Europei di calcio vinti) ha respirato una nuova ed esaltante normalità.
Dietro il risultato di ciascuno dei nostri atleti impegnati a gareggiare (è già un grande risultato prendervi parte) e a vincere una medaglia olimpica, l’impegno che ci mettono è notevole. Anni di sacrifici, di rinunce, tanto allenamento e tanta passione. Eppure lo spettatore davanti alla tv spesso si ricorda di loro solo in queste occasioni, ogni quattro anni.
Questo perché alcuni sport hanno pochi sponsor, pochissimi passaggi televisivi e quindi un numero di praticanti piuttosto limitato. D’altronde, se non se ne parla mai, come si fa ad appassionarsi a questa o quella disciplina?
Atleti che in queste due settimane ci hanno regalato emozioni e medaglie e che se non si inverte drasticamente la rotta saranno dimenticati piuttosto in fretta. “Un’Italia multietnica ed integrata”, come ha detto in conferenza stampa il presidente del Coni Malagò, una nazione che si è scoperta eccellere in numerose discipline, e che ha riscoperto la passione per l’atletica.

I prossimi mesi, in vista di Parigi 2024, dovranno non solo veder rappresentare il tempo per rafforzare e migliorare le strutture dove gli atleti si allenano, cronica carenza del nostro paese, ma anche risolvere il problema dello
ius soli sportivo, senza che esso diventi argomento di scontro politico, ma un elemento di crescita culturale oltre che sportiva.
Perché alla rendere veramente felice uno sportivo non sono solo i titoli di giornale, la fama e i soldi. Per essere davvero felici magari basta “semplicemente” dare tutto il meglio di sé stessi.
Chiedete a Gregorio, Elia, Irma, Marcell, Alessia, Dana, Martina, Vito, Luigi, Odette, Mirko, Diana, Maria, Rossella, Mara, Matteo, Federico, Aldo, Federica, Valentina, Arianna, Lucilla, Simona, Mauro, Nino, Gianmarco, Vanessa, Ruggero, Caterina,Simone, Filippo, Jonathan, Manfredi, MassimoViviana, Antonella Lugi, Lorenzo, Faust, Abraham cosa vuol dire prender parte ad una olimpiade e trovare ancor più gioia e soddisfazione. Se poi si vince una medaglia olimpica, come hanno fatto tutti loro in queste settimane, la felicità è ancora più grande.