Troisi 70, buon compleanno Massimo! Il racconto della sua San Giorgio ne fa oggi un mito immortale

Le panchine, i murales, le mostre, il monumento in piazza, le ville vesuviane e gli eventi dedicati ai 70 anni dalla nascita. E poi le location dei suoi film, tutto oggi nella città di Massimo Troisi parla di lui e della sua carriera, breve ma intensa

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Massimo Troisi, nato il 19 febbraio 1953 a San Giorgio a Cremano, oggi avrebbe compiuto 70 anni: siamo stati nella sua città natale.
Oggi 19 febbraio tutta San Giorgio a Cremano brinda al compleanno del suo figlio più geniale e solitario del secondo Novecento: Massimo Troisi nasceva quel giorno e adesso avrebbe festeggiato i suoi 70 anni se un “cuore matto” non ce lo avesse portato via nella livida notte del 4 giugno 1994. Da poche ore aveva concluso le riprese del suo ultimo film (Il Postino).
In teatro debuttò a 15 anni nel palco parrocchiale con Lello Arena e altri amici per rimpiazzare un attore che non si era presentato. Insieme agli amici del gruppo teatrale “RH-Negativo” (poi ribattezzato “I Saraceni”) Lello Arena ed Enzo Decaro cominciò ad avere i primi veri successi nonostante la parentesi di un viaggio a Houston per sostituire la valvola mitrale. Il gruppo cambiò ancora nome (“La smorfia”) ed è con questi compagni di viaggio che Troisi sbarcò in televisione nel 1977 con “No stop”.
Allo sciogliersi del sodalizio, nel 1981, l’eterno bambino era già una star col suo parlare strascicato, la calzamaglia nera, la follia quasi surrealista dell’improvvisazione. Scommise su di lui il produttore Mauro Berardi: nel giro di un anno, con la complicità di Anna Pavignano – che divenne la sua compagna – e di Vincenzo Cerami, realizzò il suo primo film, “Ricomincio da tre”.
Vennero anche i premi: due David di Donatello, tre Nastri d’argento, due Globi d’oro della stampa estera. Tra televisione e cinema (apparve come attore in “No grazie, il caffè mi rende nervoso” e diresse il paradossale quanto profetico “Morto Troisi, viva Troisi”) era una oramai star corteggiata e assunto nell’empireo partenopeo a fianco di Eduardo e Totò. Anche così si spiega il suo ritorno dietro la macchina da presa solo nel 1983 con “Scusate il ritardo”.
Da allora avrebbe diretto appena 4 film in dieci anni, anche se “Non ci resta che piangere” è firmato insieme a Roberto Benigni e “Il postino” vede Michael Radford accreditato come regista. Nove le apparizioni da attore (inclusi i suoi film) tra cui meritano menzione soprattutto le tre sotto la guida di Ettore Scola che costruì su di lui un vero gioiello come “Che ora è” (in coppia con Mastroianni) e “Il viaggio di Capitan Fracassa”.
La casa museo di Massimo Troisi, all’interno di Villa Bruno (spazio curato dall’associazione creata dal fratello Luigi Troisi e gestito dalla famiglia di Massimo)
Il servizio a cura di Biagio Verdicchio, riprese Francesco Pascuzzo, montaggio Diego Ambruoso, racconta in video il viaggio compiuto da Paginasette fra i luoghi di Massimo nella sua città, in occasione dei tre giorni a lui dedicati.
Villa Vannucchi. Nel film Ricomincio da tre fu il set della prima scena, in cui Lello Arena chiama Gaetano (Massimo Troisi) che qui aveva ambientato la sua dimora appena dopo il terremoto dell’80

Villa Vannucchi, la cui facciata interna e il parco rievocano la scena d’apertura del film Ricomincio da tre con Lello Arena insieme all’amico Massimo; la piazza centrale che oggi porta il suo nome, dove era la casa familiare dei Troisi crollata dopo il terremoto del 1980 e sul cui unico muro rimasto integro sorge il murale rosso che fa da sfondo al monumento eretto in onore di Massimo, con la celebre bici de Il Postino, l’ultimo capolavoro dell’attore prima di morire; Villa Bruno, sede della Casa Museo di Troisi, luogo carico di suggestione che raccoglie cimeli e ricordi dell’attore custoditi dai familiari grazie all’associazione voluta dal fratello Luigi, dove dal 2015 è aperta al pubblico la mostra permanente.

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