“Il figlio”: lo spettacolo teatrale di Carlo Geltrude con Giovanna Sannino e Gaetano Migliaccio racconta l’umanità dei santi

Lo spettacolo teatrale, ideato e diretto da Carlo Geltrude e scritto da Ciro Burzo, ha come cuore pulsante la nascita di Gesù.

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Scegliere un destino, imboccare una strada, compiere un’azione che cambierà le sorti della tua vita, rivoluzionare il mondo intorno a te. “Il figlio” pone al centro gli esseri umani e quello che succede a tutti noi quando spalanchiamo finestre e porte, chiuse a chiave da troppo tempo, quando riusciamo a connetterci con gli altri senza perderci.

Lo spettacolo teatrale, ideato e diretto da Carlo Geltrude e scritto da Ciro Burzo, ha come cuore pulsante la nascita di Gesù. Intorno all’arrivo di questo bambino ci sono affascinanti figure cardine del presepe che accompagnano gli spettatori letteralmente negli attimi; nei giorni in cui ogni personaggio cambia il corso della nostra storia per sempre.

Ogni pastore di questo meccanismo magico ci tende la mano, ci trascina in un ballo senza sosta, ci mostra qualcosa di nuovo e di incredibilmente reale fino alla nascita del redentore.

E poi c’é Maria che cambia le regole, che con coraggio e dignità sceglie il suo fato, porta avanti la sua missione. Rischia, inciampa, prova dolore e solitudine, porta in grembo la speranza e genera amore continuamente. É la prima donna della nostra memoria che squarcia le pareti di omertà, supera i limiti, mette in circolo l’amore con la sua maternità.

Giovanna Sannino interpreta, con una dirompente sensibilità ed una tangibile verità, una donna moderna, che lotta per affermare la propria voce e superare le correnti di indifferenza. Gli occhi dell’attrice sono costantemente lucidi, nel corso dello spettacolo. Il suo viso possiede la magia di una madre, il potere di una determinata giovane che assomiglia a tutte noi. É lei quella Maria che cattura la nostra mente, mette in moto i nostri sentimenti.

Gaetano Migliaccio interpreta Giuseppe e porta in scena il realismo di un uomo che diventa padre per un obbligo che diventa amore. La sua missione é imperfetta, composta da domande e pensieri a cui credere, da gesti e azioni da compiere. Giuseppe é un essere umano, capace di stravolgere la monotonia e l’attore trasmette tutto il bisogno di osservare un personaggio senza infilarlo in una categoria. E così Giuseppe non diventa solo il padre di Gesù ma colui che ama incondizionatamente.

Il regista Carlo Geltrude é presente più che mai per trascinare i suoi attori e i suoi spettatori verso un racconto necessario dove i santi non sono più posti su un piedistallo. I tre re magi, Benino, Maria, Giuseppe, Gesù non sono adagiato su un presepe per essere venerati e illuminati dalla nostra ammirazione. Sono in continuo mutamento e sono fatti di carne, sudore, passione, amore, speranza.

Nel cast troviamo anche Mario Ascione, Ciro Burzo, Anna De Stefano, Gennaro Maresca, Davide Mazzella, Salvatore Nicolella, Irene Patriota ed il piccolo Giosuè che ci consegnano il nostro essere napoletani, si avvicinano a noi, diventando proprio come noi. In un mondo sempre meno reale, sempre più patinato, raccontare la realtà é un atto di rivoluzione.

Grazie a Il figlio, il nuovo teatro Sanità, nonostante tutte le difficoltà degli ultimi mesi, riesce a portare un messaggio di speranza, dove l’arte non smette mai di regalarci indelebili messaggi d’amore.

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