L’Italia che ha cantato, imitato, parodiato Elisabetta: da Baglioni a Venditti, dal Trio a Montesano.

Figura pop che ha attraversato i due secoli, la sovrana - scomparsa nel pomeriggio di ieri a 96 anni - è presto diventata protagonista indiscussa di cinema, letteratura, musica, televisione. Anche e soprattutto in Italia.

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Icona, storia, fonte di ispirazione. Anche per il mondo dello spettacolo. L’influenza della regina Elisabetta II, nei suoi 70 anni di regno, è innegabile. Figura pop che ha attraversato i due secoli, la sovrana – scomparsa nel pomeriggio di ieri a 96 anni – è presto diventata protagonista indiscussa dediche, critiche o semplici citazioni, musicali o addirittura comiche sotto forma di imitazioni e parodie.

Era il 1973 e Claudio Baglioni dava un passaggio sulla sua 2 Cavalli alla bella autostoppista inglese che lo mandava in bianco. Lui cantava lo stesso “W l’Inghilterra”, “pace, donne, amore e libertà”. E, alla fine del pezzo: “Ho sbagliato qualche cosa? Boh. Forse un pelo di etichetta ma non era la regina Elisabetta”.

Nel 1986 Antonello Venditti cantava di come 20 anni prima, era il 1966, in un’aula del Liceo Classico Giulio Cesare di Corso Trieste, a Roma, ci fosse una classe: la 3E, che si apprestava a conseguire la maturità. Un anno particolare il 1966, con un clima di inevitabile cambiamento nell’aria, soprattutto dal punto di vista sociale. E poi c’erano i mondiali inglesi, il cui unico protagonista era un giovane brasiliano con la maglia numero 10. Per l’anagrafe Edson Arantes do Nascimento. Per la storia Pelè. che in quel torneo, dimenticabile per l’Italia, non aveva rivali. Una stella talmente luminosa da fare invidia alla famiglia reale britannica. Insomma nel 66 “la regina d’Inghilterra era Pelè”.

Elisabetta è stata anche una figura riconoscibilissima nella cultura pop di ogni latitudine, pure in Italia. Non stupisce che sia diventata anche un personaggio, oltre che in libri e pièce teatrali, anche di tantissimi film, serie e speciali televisivi. La regina è stata ritratta in ogni età e in ogni situazione, in ogni genere, e dunque anche parodiata:

In Sing Sing di Sergio Corbucci, del 1983 film a episodi, Enrico Montesano è Edoardo Mastronardi, un meccanico romano con il culto dell’Inghilterra, che a causa di un’incomprensione, crede di essere invece il figlio illegittimo della vera sovrana inglese e, pertanto, vola a Londra nel tentativo di conoscerla, cosa che avverrà nel più curioso dei modi: la salverà involontariamente da un attentato. La Regina, riconoscente, ospita Edoardo a palazzo e, affascinata, tenta di sedurlo. Lui, convinto di esserne il figlio, respinge le avance della sovrana facendo una brutta figura. Rientrato a Roma viene chiarito l’equivoco ed a quel punto Edoardo tornerà dalla donna e si riscatterà prima di tornare in Italia.

Nello spettacolo teatrale del 1987 Allacciare le cinture di sicurezza (debutto al teatro Bonci di Cesena) scritto, diretto e interpretato dai componenti del celebre Trio Massimo Lopez, Anna Marchesini e Tullio Solenghi, c’è una simpatica e surreale parodia della Famiglia Reale, poi riproposta negli anni come sketch a sé in varie trasmissioni televisive. La Regina Madre era interpretata dalla Marchesini con parlata in dialetto umbro, mentre Elisabetta II veniva interpretata da Tullio Solenghi e il principe Filippo da Massimo Lopez, entrambi parlando come Stanlio e Ollio.

Più irriverente, in puro stile Bagaglino l’imitazione dell’attore Oreste Lionello che interpreta la Regina Elisabetta al Teatro Salone Margherita, con il bravissimo Manlio Dovì più volte a vestire i panni del Principe Carlo. Ritroviamo la parodia nello spettacolo “Il Ribaldone” del 1999 e ancora in “Torte in Faccia”, trasmessi da Canale 5 all’epoca.

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