Cucina della tradizione: ziti alla “genovese” o ragù alla napoletana?

Primo piatto partenopeo in un interessante locale di cucina tradizionale, a metà fra il bistrot e lo steak house di tendenza

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Ph. Credits: Gusto - La cucina della tradizione (Piano di Sorrento - NA, loc. Cassano)

Cari amici di Paginasette,

siamo usciti piuttosto malconci da queste festività natalizie e… come immagino… sarete tutti quanti a dieta. Io purtroppo non ci riesco, almeno, non nelle giornate speciali, quelle in cui si sente il bisogno di un buon piatto della tradizione. Oramai… dopo quasi un anno e mezzo lo avrete capito : molti di noi della redazione siamo della Campania, precisamente provincia di Napoli. E da buoni campani cerchiamo sempre di non scostarci dalla tradizione, soprattutto a tavola. 

Bene, ora vorrei rompere il gelo di queste fredde e anonime giornate di gennaio parlando di due piatti che la cucina partenopea storica offre nei locali tipici della nostra zona. Noi ne abbiamo davvero assaggiati vari, di primi piatti di pasta legati alla tradizione. Poche sere prima del Natale vi abbiamo raccontato la Pizza (napoletana) patrimonio Unesco. Oggi, ben oltre le goliardiche cene natalizie di carne o pesce, concentriamoci sulla pasta, o meglio… sui primi.

Di recente abbiamo pranzato in un particolare bistrot, vocato alla cucina tradizionale in penisola sorrentina, in una zona molto battuta da turisti e campeggianti soprattutto stranieri. Non uno come tanti, perchè quella di Salvatore e soci è un’avventura culinaria innovativa, per la zona, il cui menù spazia a 360 gradi sulle ricette – tradizionali – comprendenti la carne. Anzi, le carni… rosse e bianche. Da buona abitudine  e sulla scorta di anni d’esperienza paterna, con la macelleria di famiglia, il giovane Salvatore – omonimo del nostro chef di redazione, che è al momento impegnato in attività della sua associazione cuochi sorrentina – è dietro al bancone del suo nuovissimo bistrot per tagliare la scottona, bistecca con l’osso polacca, marchigiana o il cuore di entrecòte con la massima trasparenza per i commensali. Un po’ come in macelleria, ma con la specialità che, in tal caso, la carne viene tagliata e cotta al momento, senza l’attesa dei noioso e lungo procedimento d’accensione del barbecue.

Veniamo però al primo, al tris di primi che ruotando attorno alla carne appunto, come da tradizione, ha catturato la nostra attenzione. Il ragù in “salsa” napoletana – quello a base di ‘tracchiulelle’ (pezzi di carne cotta e soffritta) al pomodoro, differente dal più rinomato ragù bolognese con carne macinata – accompagna i mezzanelli rigati; i più buongustai ci aggiungono un po’ di peperoncino (lo stesso raccontato d’estate da noi, al momento della scoperta di Habamix ). E’ poi la volta della classica “genovese“. Oh cosa sarà mai? Direbbe qualsiasi italiano abituato ai sughi al pesto ligure… Fu alcuni mesi fa che, nel corso della presentazione del suo ultimo libro, il napoletanissimo giornalista Rai Franco Di Mare, svelò ai più giovani e ignari della vera origine di tale sugo il perchè di tal denominazione. Nulla a che fare naturalmente con la città ligure, una storpiatura della dizione che da Geneva (ossia Ginevra, in Svizzera) divenne Genova, capoluogo ligure appunto. Ma che di ligure ha ben poco, essendo gli ziti spezzati (o candele in italiano) un tipo di pasta abbinabile soltanto al napoletano sugo a base di cipolle, carote e carne. Uno, due, tre pezzi grandi, visibili nel piatto ed altrettanto ben amalgamato al sapore forte della cipolla – che alcuni rendono più in crosta, mentre altri la presentano più bagnata, nel condimento. Una vera delizia, ma bisogna abituarcisi… poichè non a tutti può piacere. Terzo piatto, manco a dirlo, è il primo a base di gnocchi. Con pomodoro e polpette, ebbene sì… ancora una volta la carne. Invece del classico gnocchetto alla sorrentina, pomodoro e mozzarella, o al ragù di carne, il nostro tris si completa con dei delicatissimi gnocchi al sugo di pomodoro con polpette, basilico e formaggio grattugiato.

Da bere, ovviamente, un bel vino rosso Montepulciano d’Abruzzo o Primitivo.

Salute! 

Speriamo di non avervi annoiato con il nostro racconto, anzi… iniziate a prender nota di queste invitanti ricette.

Buon appetito!

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