Cinema. Bohemian Rhapsody, un pezzo di storia del rock sul grande schermo

Impressioni a caldo, dopo le prime proiezioni del film sulla vita dei Queen e del solista Freddie Mercury

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L’attesa è finalmente terminata, fans e semplici amanti della musica in generale. La Storia del rock fra anni ’70 ed ’80 rivive in questi giorni grazie al nuovo film evento sulla vita dei Queen. E in particolare sulla vita del solista – guai a chiamarlo leader, come lo stesso Freddie Mercury sottolinea in una accesa conferenza stampa rivissuta attraverso il film, nelle sale italiane da ieri 29 novembre. 

Lui, all’anagrafe Farouk, ma alla storia come Freddie, di famiglia iraniana emigrata in Inghilterra. La sua singolare dentatura che gli permise di diventare ciò che tutti oggi ricordano. Una voce unica, estensione vocale e potenza, indispensabile per loro e loro per lui. La band inglese composta da Bryan May, astrofisico, il chitarrista capace di assolo dal riff unico nella storia del rock, inimitabile e tremendamente somigliante nel film; Roger Taylor, dentista, il batterista biondo e dalla voce candida a cui Freddie affidò il “Galileoooo” in acuto del primissimo successo “Bohemian Rhapsody” – il pezzo di 6 minuti rifiutato dal primo discografico dei Queen per la sua durata eccessiva; e poi Deacky, ovvero il bassista John Deacon, ultimo ingresso nel gruppo inglese prima dell’arrivo dei successi mondiali.

Sullo sfondo, le vicende di vita di Mercury, la sua sessualità controversa, il suo “Love of my life” e l’iniziale passione per l’altro sesso. La turbolenta relazione omosessuale con più personaggi che nel film ne rivelano lati forse inediti, spesso celati dalla stampa, la sua debolezza ma al contempo la capacità di restare a galla e di dominare il palcoscenico fino al 1991, anno in cui a pochi mesi dalla morte per il regredire dell’AIDS uscì l’ultimo album “Innuendo” contenente l’eccezionale – forse profetica – canzone dal titolo “The show must go on”. Ma il percorso della band si snoda attraverso il loro primissimo successo, quello che dà il titolo al film stesso. La rapsodia unita alla lirica, pianoforte che si mescola ai classici strumenti rock anni ’70: chitarra elettrica, basso e batteria.

Lo spaccato di quotidianità del cantante dei Queen è poi messo a nudo anche dalla sua sfrenata passione per i gatti. Sei, almeno secondo l’ordine in cui il protagonista li nomina nel film. Uno per ogni stanza della sua villa, spesso ritratti in foto nel letto di Freddie ormai consumato dalla malattia, ma anche a tavola con lui stesso e con ciotola dorata. Insomma, davvero tanto e… non roviniamo la sorpresa a chi ancora deve andare al cinema a vedere il film con la regia di Bryan Singer. Un enorme plauso all’attore protagonista Rami Malek, di chiare origini esotiche e adattissimo a questo ruolo. Grande interpretazione, uguale in tutto a Freddie sia sul palco che fuori. Wembley 1985, Londra, che canta all’unisono “Radio Gaga” per il Live AID pro Africa, ne è l’esempio lampante.

Buona visione a tutti!!!

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