Ma che generazione è mai questa?!

Una generazione fatta di ragazzi superficiali e stupidi, incapaci di vivere la vita. Ecco cosa penso della mia generazione, della quale anche io faccio parte. Ed è proprio per questo che mi sono permessa di giudicarla.

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Ho letto un articolo nel quale viene descritta la nostra generazione. Le parole utilizzate sono esattamente queste: “presuntuosi, superficiali e ignoranti”. Inizialmente ho reagito un po’ male a questa definizione, ma poi mi sono resa conto che probabilmente alla base c’è qualcosa di vero.

Sono davvero pochi quelli che desiderano cose realmente importanti, la maggior parte di noi vuole cose superficiali e stupide.

Desideriamo solo fama e gloria (detti anche followers e like). Investiamo tempo sul nostro profilo Instagram, anziché sulla nostra personalità. Vogliamo una seconda tazza di caffè da postare su InstaStories, durante un pigro sabato mattina. Un altro paio di scarpe per le foto “artistiche” dei nostri piedi. Vogliamo svegliarci la mattina e trovarci 50 followers in più e… “oh mio Dio, la mia ultima foto ha raggiunto 500 like!”

Facciamo di tutto per curare il nostro aspetto esteriore, basandoci solo sull’apparenza; finendo per diventare persone vuote e senza carattere. Ma alla fine, per fare una bella foto da postare sui social non serve il carattere, giusto?

Siamo malati di un qualcosa che tra l’altro ci consuma. Passiamo così tanto tempo sui social che finiamo per essere infelici, desiderando quei modelli di vita irraggiungibili che ci vengono mostrati. Spesso non capiamo che è tutta una finzione. Insomma, io sono la prima a fingersi una ragazza sicura di sè che ha tutto ciò che desidera dalla vita.

Ma al di là di ciò, la cosa più comica della nostra generazione è come ci rapportiamo con gli altri.

Ci fingiamo amici di tutti, ma in realtà non lo siamo di nessuno. Vogliamo insabbiare i nostri aspetti sgradevoli, nascondere le imperfezioni con un filtro Instagram, preferire un altro episodio di Netflix ad una conversazione reale. Quando abbiamo un problema con i nostri “amici” spesso non siamo nemmeno capaci di affrontarlo, preferendo parlarne su WhatsApp.

La maggior parte delle amicizie, non si dovrebbero nemmeno definire tali. Per non parlare dell’amore! Quello lo evitiamo più dei selfie senza filtri.

Ci fingiamo persone mature per poi spaventarci all’idea di una relazione seria.

Spulciamo i social nella speranza di trovare la persona giusta. Cerchiamo di “ordinare” l’anima gemella come fosse una cena da farci consegnare.

Vogliamo solo la facciata di una relazione, ma non vogliamo lo sforzo che questa richiede. Vogliamo il lieto fine, il “e vissero felici e contenti”, ma non vogliamo fare il minimo sforzo nel presente. Vogliamo la sintonia profonda, restando su un piano superficiale. Desideriamo un amore travolgente, ma senza essere disposti a lottare per ottenerlo.

Abbiamo sempre un piede fuori dalla porta, gli occhi ben aperti, teniamo le persone a distanza di sicurezza, giocando con i loro sentimenti ma, soprattutto, con i nostri.

Quando le cose iniziano a diventare autentiche, scappiamo. Ci nascondiamo. Andiamo via. Dopotutto, il mare è pieno di pesci. C’è sempre un’altra possibilità di trovare l’amore. Ma ci sono così poche possibilità di tenerselo, di questi tempi…

Pensiamo che l’amore ci spetti di diritto, come un lavoro a tempo pieno dopo l’università. La nostra gioventù viziata ci ha insegnato che, quando vogliamo qualcosa, la meritiamo e basta. 

Le videocassette della Disney, ormai consumate, ci hanno insegnato che il vero amore, l’anima gemella, il lieto fine esistono per tutti. Per questo non ci disturbiamo a fare sforzi e ci chiediamo perché il nostro principe azzurro non si sia ancora fatto vivo. Ci trastulliamo, sconvolti perché la nostra principessa sembra introvabile. Dov’è la relazione che meritiamo? L’amore che ci era stato promesso?

Vogliamo un tappabuchi, non una persona. Vogliamo qualcuno d’insignificante, non un partner. Vogliamo qualcuno che sieda sul divano accanto a noi, mentre scorriamo indolenti gli aggiornamenti social ed apriamo un’altra app che ci distragga dalle nostre vite. Vogliamo restare sul filo del rasoio: fingiamo di non avere emozioni, ma mostriamo apertamente i nostri sentimenti. Desideriamo una persona che abbia bisogno di noi, ma non vogliamo aver bisogno di quella persona.

Il problema della nostra generazione che “non vuole relazioni” è questo: alla fine della fiera, è tutto quello che desideriamo.

Forse dovremmo smetterla. Smettere di vivere in un mondo tutto nostro che non rispecchia per niente la realtà. Smettere di fingere e di avere paura di rischiare davvero. Smetterla di chiudere i nostri sentimenti in un cassetto e buttare la chiave. Smetterla di credere di poter giudicare gli altri senza nemmeno conoscerli. Smetterla di sentirci qualcuno a cui tutto è dovuto.

Svegliamoci e cacciamo le palle. Dobbiamo capire che le cose importanti sono ben altre. Preoccupiamoci di essere attivi nella vita reale e non sul nostro profilo Instagram. Preoccupiamoci della nostra crescita personale e non di quella dei followers. Preoccupiamoci di essere noi stessi vivendo al massimo le nostre emozioni.

Spegniamo un po’ questi gli smartphone, andiamo a vivere.

2 Commenti

  1. Hai una maturità tale da capire e affrontare i problemi che affliggono la società moderna.
    Sappiamo che tipo generazione siamo, ma a nessuno verrebbe mai in mente di analizzarla così a fondo. E senza peli sulla lingua. Mi piace tantissimo il tuo stile e leggo sempre i tuoi articoli, proprio perchè non è da tutti pensarla come te.

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